Zooantropologia urbana: vivere con gli animali in citta’
Molte persone hanno un cane che convive con loro, per lo più in appartamento, e non hanno recepito fino in fondo tutte le responsabilità che si sono assunti. Sono molti i doveri che incombono su chi possiede un cane in città: in primis l’obbligo d’iscrizione all’Anagrafe canina regionale attraverso l’applicazione del microchip identificativo Questo per scoraggiare gli “abbandoni” e prevenire, nel caso, gli smarrimenti. Un altro obbligo da non dimenticare è quello del guinzaglio (max un metro e mezzo di lunghezza) nel momento delle passeggiate igieniche, e della museruola che deve essere sempre portata con sé dal proprietario. Ovviamente per un proprietario di cane d’indole mordace sarà raccomandabile avere sempre con sé la museruola per poterla far indossare al proprio cane nel momento in cui ce n’è di bisogno o quando addirittura quando si possa presumere che ce ne sarà. Sia per la mancata iscrizione all’Anagrafe canina, sia per il mancato rispetto delle norme dettate per guinzaglio e museruola sono previste sanzioni amministrative comunemente chiamate “multe”. Le possono comminare prevalentemente i Vigili urbani, ma non solo, anche altre Forze dell’Ordine. Anche la mancata osservanza dell’obbligo della paletta (o sacchettino igienico ) per la raccolta degli escrementi canini può dar luogo alla contestazione di una multa. Tuttavia non deve essere l’aspetto deterrente delle sanzioni a indurre i proprietari di cani in città ad avere dei comportamenti in linea con le disposizioni di legge, bensì la consapevolezza che determinate costrizioni sono a tutela dell’incolumità pubblica o della salubrità ambientale oltre che del decoro urbano. Una città pulita è indice di civiltà e dunque la fecalizzazione di marciapiedi e luoghi pubblici è un malcostume purtroppo ancor oggi troppo diffuso e che merita di essere stigmatizzato. I cinofobi se la prendono con i cani, a torto per la verità, se la dovrebbero prendere con quei padroni disattenti o menefreghisti che si buttano dietro le spalle le loro responsabilità. Che poi le nostre città siano sporche o inquinate anche da altre cose è pur vero, ma ciò non giustifica chi non vuole chinarsi a raccogliere le deiezioni solide del proprio compagno di passeggiata. E ancora, il buon viver civile ma anche il Codice “civile” impongono che il cane non disturbi la quiete ed il sonno dei vicini. A tal proposito bisogna ricordare che, ben spesso, il cane di casa, se lasciato solo a lungo o troppo a lungo, può vocalizzare in modo fastidioso ululando, abbaiando, latrando e di conseguenza disturbare il vicinato facilitando l’odio nei confronti di tutti i cani, anche quelli che invece sono stati condizionati nel giusto modo a stare in casa da soli. Educare infine i bambini ad amare i cani è cosa buona e giusta cosi come ad avere per loro rispetto e forsanche prudenza quando non sono conosciuti a fondo o sicuramente affidabili. Questi insegnamenti dovrebbero auspichiamo in un futuro prossimo trovare spazio nei programmi scolastici delle elementari e delle medie.
Prof. Marzio Panichi , Dr. M. Vozza Medici Veterinari
18 aprile 2014