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Inaugurata oggi Smau 2012 : intervento del Ministro Corrado Passera e dei grandi player dell’ICT

il Ministro Corrado Passera

17 ottobre 2012 . Smau ha aperto   oggi ai padiglioni 1 e 2 di Fieramilanocity la sua 49° edizione che durera’ fino al 19 accendendo i riflettori sui grandi player dell’industria mondiale dell’ICT .Il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera è intervenuto in merito al recente decreto legge “Crescita 2.0”: collegato telefonicamente, ha risposto alle domande di Umberto Bertelè (Presidente Onorario MIP School of Management del Politecnico di Milano) e Andrea Rangone (Full Professor degli Osservatori School of Management Politecnico di Milano) puntando l’attenzione sulle opportunità per le imprese del comparto dell’Information & Communication Technology derivanti dalle nuove misure previste e sul ruolo fondamentale delle start up per il rilancio economico del Paese.
Sottolineando il ruolo di Smau “che è simbolicamente un’ occasione in cui ci si rifà di tanti momenti di difficoltà del Paese, in cui è possibile toccare con mano parte dell’eccellenza nazionale”, il Ministro, incalzato poi dai moderatori, ha sostenuto che “bisogna che ci siano investimenti seri sia sul piano dell’infrastruttura che su quello dell’informazione: l’analfabetismo tecnologico è un nemico della crescita e dello sviluppo che bisogna assolutamente combattere. Il decreto sviluppo ha creato le condizioni perché si realizzi una vera razionalizzazione e semplificazione nelle Pubbliche Amministrazioni: esse devono iniziare a fare sistema tra loro, a comunicare per migliorare l’utenza e dei cittadini. A titolo puramente esemplificativo basti pensare a come l’Anagrafe unica, digitalizzata e in modalità cloud, ha semplificato in modo concreto e tangibile la vita degli italiani. Gli investimenti non solo servono a risparmiare e a creare maggior trasparenza ma a rilanciare nuove attività: e quando si parla di nuove attività non si può non pensare alle start up, settore che sono l’orgoglio dell’imprenditorialità made in Italy. La normativa, studiata con i più preparati esperti a livello nazionale e internazionale, ha affrontato tutti i momenti di possibile criticità nella costituzione delle start up, a cominciare da un avvio più semplice e rapido, meno burocraticizzato. In secondo luogo, una grande flessibilità fiscale e gestionale, soprattutto nei primi anni, quando davvero c’è bisogno di essere “agili”: addirittura ci sono stati dei correttivi alle procedure fallimentari, per renderle meno dure e penalizzanti. In terzo luogo, la possibilità ad accedere ad un alto numero di bandi pubblici”.

Tra gli Amministratori Delegati, a prendere parola èstata  Luisa Arienti, Amministratore Delegato di SAP Italia, che commenta le due  parole d’ordine, notissime ormai, che si voglio prendere in esame per il rilancio economico: “la prima è spending review, che non deve assolutamente essere un bruto taglio trasversale dei costi, ma deve includere progetti di razionalizzazione, ottimizzazione, risparmio: in questo ambito SAP vanta un’esperienza quarantennale, che adesso è stata messa al servizio anche delle amministrazioni pubbliche: da oltre un anno e mezzo il Comune di Roma sta digitalizzando le circa 115 mila pratiche interne di autorizzazione. La seconda parola d’ordine è Agenda Digitale, da leggere in termini di Sviluppo: SAP sta realizzando progetti di grande evoluzione, per esempio collaborando al Expo 2015 in direzione dell’integrazione operativa fra enti, fornitori, enti di vigilanza e controllo ed aziende, attraverso piattaforme digitali di collaborazione”.

David Bevilacqua, Vice President South Europe di Cisco e AD, osserva che quest’anno “finalmente si può guardare con ottimismo al futuro, almeno sul fronte dell’ICT: i paesi che da tempo hanno dimostrato di credere all’innovazione tecnologica, per esempio, stanno oggi attraversando migliori acque dal punto di vista della crescita e dell’impiego, soprattutto giovanile”. Bevilacqua prosegue rilevando, però, che “è fondamentale lavorare nell’ordine della contaminazione tecnologica, della diffusione virale di nuovi media a tutta la popolazione con un approccio sistemico e concreto: gli italiani sono al primo posto nella creazione di progetti pilota che si realizzano in brevissimo tempo e nascono effettivamente da idee innovative e validissime. Ebbene, è necessario diffondere una cultura dell’innovazione che possa far sì che queste buone idee si sviluppino in progetti concreti, di larghe vedute e di prospettiva duratura”.

Dario Bucci, Amministratore Delegato di Intel Italia, afferma che oggi tre macro-fenomeni aprono alle imprese nuovi, affascinanti scenari: “il primo è l’attenzione nel mondo consumer per le novità hi-tech, soprattutto nel campo del mobile computing. Il secondo, che investe anche il mondo delle aziende, è la “consumerization of IT” ossia la straordinaria evoluzione del mondo consumer che sta varcando sempre più i confini aziendali:oggi il manager, l’impiegato, l’imprenditore sono prima di tutto utenti di new technologies: oltre agli strumenti aziendali, infatti, usano un Ultrabook, un tablet, uno smartphone di nuova generazione, e le aziende si trovano a gestire questa miriade di dispositivi personali all’interno dei perimetri aziendali.
Un terzo fenomeno che coinvolge direttamente il segmento business, ed è conseguenza diretta dei primi due, è che le aziende hanno di fronte un salto epocale nella gestione delle proprie infrastrutture IT. Aprire le porte alla mobilità e all’integrazione di una molteplicità di device vuol dire necessariamente sposare le logiche del Web e del cloud computing.”

Nicola Ciniero, Amministratore Delegato di IBM Italia, introduce il suo intervento notando che “ci troviamo nel giorno zero dell’Agenda Digitale ed è bello essere a Smau per celebrare questo evento. Il prossimo passo fondamentale da compiere, però, è l’essere in grado di calare in pieno la tecnologia in una destinazione d’uso: oggi abbiamo l’occasione di vivere in un momento di discontinuità in cui l’innovazione gioca un ruolo abilitante nel concretizzare i cambiamenti di cui abbiamo bisogno, attraverso processi di razionalizzazione e di semplificazione della spesa pubblica – eliminazioni di sprechi, inefficienze e abusi – e di recupero delle risorse da dirottare altrove”. Alla luce di ciò Ciniero sostiene che“un circolo virtuoso tra Spending Review e Agenda Digitale, con una visione sistemica e integrata, non solo sia possibile ma lo sia praticamente a costo zero”.

Federico Francini, Presidente e Amministratore Delegato di Fujitsu Technology Solutions, nota le difficoltà del momento attuale osservando che “l’Italia in molti casi necessita ancora di infrastrutture di base che rappresentano i prerequisiti, in mancanza dei quali la vera innovazione non può nemmeno essere pensata.
L’Agenda Digitale varata dal governo è in questo senso molto ben articolata, dal momento che tiene conto delle necessarie infrastrutture di base, ma anche della contemporanea introduzione di veri elementi di innovazione. Ciò che bisogna a ogni costo evitare, nel momento dell’attuazione del decreto “Crescita 2.0”, è il posticipare, il dilatare i tempi: l’Italia ha bisogno di soluzioni efficaci in tempi certi e rapidi. Serve oggi una svolta, un cambiamento che non sia più autoreferenziale, ma che riesca finalmente a mettere al centro la società, le persone, cosa che Come Fujitsu, facciamo questo ormai da diversi anni”

Patrizia Grieco, Amministratore Delegato di Olivetti, indica come obiettivo per l’Italia, “quello di colmare il gap finora accumulato rispetto alle altre nazioni, tanto sul versante del capitale fisico (infrastrutture broadband e digitalizzazione del Paese) quanto su quello del capitale umano (formazione e merito). La strada per ridurre questo cultural divide è stata tracciata in questo ultimo periodo grazie all’impostazione dell’ Agenda Digitale, vera boccata d’ossigeno per l’economia italiana, se si calcola – secondo le stime più recenti – che la piena realizzazione del piano potrebbe consentire una riduzione del deficit nazionale di 19 miliardi di euro e stimolare al contempo una crescita del Pil tra lo 0,7% e l’1,3%. Il comparto ICT ricopre un ruolo chiave per la ripresa del Paese: non va dimenticato, però, che non c’è innovazione senza giovani talenti disposti ad attuarla, a renderla endemica: per questo la disoccupazione giovanile è un tema tanto importante”.

Pietro Labriola, Responsabile Direzione Business di Telecom Italia, esordisce affermando che “digitalizzare dall’interno l’impresa è un punto di partenza fondamentale. Oggi smartphone, tablet, laptop ed e-reader sono alla portata di tutti e l’impiego di internet e delle applicazioni web nella vita privata è diventato un’abitudine spesso irrinunciabile: sto pensando ai social network, all’home banking, all’e-commerce e all’ e-government, ad esempio. Molte di queste sono applicazioni Cloud, nella Nuvola. Ora è il momento di trasferire quanto appreso ad uso personale alla vita professionale, investendo sulle tecnologie al servizio dell’impresa nell’ottica di una semplificazione davvero reale e tangibile. In questa trasformazione le Imprese Italiane, soprattutto le piccole e medie, e i Professionisti non sono soli. Esistono in Italia aziende ed esperti specializzati nell’IT, più di 25.000, che hanno esperienza, competenze e capacità per contribuire alla rivoluzione digitale. Sono veri e propri “personal trainer” della trasformazione digitale con una presenza locale e una distribuzione capillare”.

Stefano Venturi, Amministratore Delegato di HP Italia chiude gli interventi degli Amministratori Delegati sottolineando come la competitività “nell’attuale scenario economico è un obiettivo improrogabile e soprattutto un augurio che noi – imprese, istituzioni, cittadini – dobbiamo fare al nostro Paese. Perseguire e riappropriarci della nostra spinta competitiva è fondamentale, così come considerare la tecnologia quale abilitatore di un’innovazione strategica, e quindi elemento centrale per accelerare la ripresa delle imprese e del paese. Le aziende leader – e tra queste HP – svolgono un ruolo fondamentale come propulsori di un’innovazione sistemica che deve accelerare l’abbattimento del digital divide, in un senso molto più ampio e puntuale: ad esempio tramite una serie di programmi e di azioni in grado di ridurre sensibilmente il gap attuale di accessi alle rete, potenziando allo stesso tempo la capacità di utilizzare in maniera efficace le tecnologie digitali.


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