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Una strategia in 5 punti per lo sviluppo sostenibile dell’Italia

23 agosto 2012 , Pubblichiamo integralmente il contributo del Ministro Clini al piano crescita che sarà discusso dal governo:

IL QUADRO DI RIFERIMENTO EUROPEO

 

il ministro Corrado Clini

Le politiche e misure per la crescita e lo sviluppo sostenibile dell’Italia sono “incardinate” nella strategia europea (Europa 2020 e Europa 2050) nella quale si collocano i programmi, le direttive e i regolamenti per la protezione dell’ambiente, che rappresentano a loro volta il volano per la competitività e la crescita della nostra economia.
In particolare assumono rilievo :

1. Gli impegni legalmente vincolanti per gli Stati Membri e per le imprese, stabiliti dai regolamenti e dalle direttive del “Pacchetto clima-energia”, che stabiliscono gli obiettivi e le politiche per la “decarbonizzazione dell’economia europea”.
Ogni Stato Membro, oltre a recepire nel proprio ordinamento e ad applicare le direttive e i regolamenti europei, deve
• approvare un piano nazionale per la riduzione delle emissioni, con l’indicazione delle misure – incluse quelle finanziarie – in tutti i settori (industria, trasporti, residenziale, agricoltura, forestazione, rifiuti);
• co-finanziare dal 2013 al 2020 le misure individuate dal piano nazionale per la riduzione delle emissioni con almeno il 50% dei proventi dalla vendita dei permessi di emissione alle industrie ed alle compagnie aeree.

2. i regolamenti e le direttive per la sicurezza idrogeologica dei territori (alluvioni e dissesto), che impegnano tra l’altro gli Stati Membri ad adottare il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici con l’individuazione delle vulnerabilità “critiche” del territorio e le relative misure di prevenzione.

3. I regolamenti e le direttive per la bonifica dei suoli contaminati, e per l’applicazione del principio chi inquina paga attraverso il riconoscimento del danno ambientale, che stabiliscono i criteri per il risanamento e il riuso dei siti industriali, nonché le procedure per la copertura dei costi dei programmi di risanamento e bonifica.

4. I regolamenti e le direttive in materia di rifiuti, che stabiliscono la priorità della raccolta differenziata, e del recupero dei materiali e di energia attraverso filiere settoriali.

5. I regolamenti e le direttive per la gestione integrata del ciclo delle acque, che stabiliscono
• l’uso efficiente e la riduzione dei consumi, anche attraverso la manutenzione delle reti idriche e tariffe adeguate ai costi di gestione;
• il collettamento e la depurazione delle acque reflue prima della immissione nei corpi idrici recettori (fiumi,laghi e mare);
• il riciclo e recupero delle acque reflue depurate per gli usi agricoli e industriali.

6. Gli obiettivi e le disposizioni dei regolamenti e delle direttive europee costituiscono per gli Stati Membri un vincolo da rispettare, e le inadempienze sono causa di procedure di infrazione e sanzioni.
Le procedure europee di infrazione in materia ambientale a carico dell’Italia, prevalentemente determinate da inadempienze locali o regionali, sono attualmente 38
L’obiettivo prioritario è quello di ridurre drasticamente le procedure attraverso misure in grado di assicurare il pieno rispetto delle regole europee.
LE POLITICHE E MISURE NAZIONALI

Le misure nazionali per la crescita sostenibile dell’Italia discendono in larga misura dai regolamenti e dalle direttive europee. .
In molti casi le misure sono già state indicate dal Ministero dell’Ambiente, ma sono ancora da completare le procedure per il recepimento delle direttive e l’approvazione dei piani nazionali previsti dalle stesse direttive : le procedure, avviate da mesi, sono ritardate prevalentemente da conflitti di competenza sollevati dai funzionari delle amministrazioni “concertanti”.

Si richiamano di seguito le politiche e misure già individuate o in corso di elaborazione :

1. “DECARBONIZZAZIONE” DELL’ECONOMIA ITALIANA

Obiettivi

➢ Sviluppo della filiera nazionale delle tecnologie “verdi”, prioritariamente nei settori energetico e della chimica “verde”;
➢ Transizione del sistema energetico nazionale verso sistemi distribuiti di trigenerazione (elettricità, calore e freddo) ad alto rendimento, con lo sviluppo contestuale di reti intelligenti locali (smart grids);
➢ Eco efficienza nell’edilizia;
➢ Modifica delle modalità di trasporto di merci e persone a favore di ferrovia e cabotaggio;
➢ Recupero e valorizzazione dei rifiuti;
➢ Promozione dell’esportazione di tecnologie “verdi”

Misure

1.1. Approvazione del Piano nazionale per la riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas ad effetto serra, trasmesso al CIPE nel maggio 2012.
Il Piano,“ infrastruttura programmatica” per l’attuazione in Italia del “Pacchetto Clima Energia” identifica le misure per l’aumento dell’efficienza energetica in tutti i settori dell’economia nazionale, la crescita dell’impiego delle fonti rinnovabili, le misure fiscali a favore della riduzione delle emissioni di CO2.

1.2. Approvazione del DPCM per l’assegnazione dei proventi della vendita all’asta delle quote di emissione di CO2 per le attività stabilite dall’articolo 10, paragrafo 3, della direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio come modificata dalla direttiva 2009/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, previsto dall’art.25 della legge 214/2011, trasmesso al Ministero dell’Economia e delle Finanze nel marzo 2012
1.3. Recepimento della direttiva 2009/29/CE sul mercato dei permessi di emissione e l’utilizzo dei proventi delle aste dei permessi di CO2
1.4. Recepimento della direttiva 2010/31/CE che stabilisce i nuovi standard di efficienza negli edifici

1.5. Approvazione dei decreti per
• l’incentivazione delle fonti rinnovabili termiche;
• la revisione del meccanismo dei certificati bianchi per l’efficienza energetica, finalizzato in particolare alla promozione della generazione distribuita e delle smart grids;
• l’applicazione di meccanismi premianti per la ricerca, sviluppo e produzione di tecnologie innovative in Italia, per l’impiego dell’energia solare, per lo sviluppo dei biocarburanti di seconda generazione, per la valorizzazione della geotermia, per lo sviluppo dell’impiego delle biomasse a filiera corta.

1.6. Istituzione e aggiornamento della lista delle tecnologie, dei sistemi e dei prodotti che contribuiscono alla riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra e degli inquinanti atmosferici.
La lista verrà elaborata ed aggiornata annualmente dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, in collaborazione con MISE e MIUR.
L’impiego delle tecnologie, dei sistemi e dei prodotti individuati dalla lista consentirà l’accesso di imprese e soggetti privati
a) ai benefici previsti dal “Fondo rotativo del Protocollo di Kyoto” istituito presso la Cassa Depositi e Prestiti, integrato dal 50% delle entrate derivanti dalla vendita dei diritti di emissione di CO2, in attuazione della direttiva europea 2009/29/CE – art.10.
b) ad una riduzione del 55% dell’IVA sull’acquisto delle tecnologie,dei sistemi e dei prodotti.

1.7. Introduzione dell’obbligo per tutte le Amministrazioni Pubbliche di dotarsi esclusivamente delle tecnologie, dei sistemi e dei prodotti individuati dalla lista.

1.8. Promozione di un programma nazionale per la produzione dei biocarburanti di seconda generazione e della filiera della chimica “verde”.
Il programma, già definito in larga misura da imprese italiane leader nel mercato globale e sostenuto prevalentemente da finanziamenti privati con il supporto di fondi europei, deve essere assunto come priorità nazionale, attraverso la semplificazione delle procedure autorizzative e l’istituzione di un meccanismo di credito d’imposta per gli investimenti finalizzati alla realizzazione degli impianti di produzione

1.9. Introduzione di un pedaggio di circolazione nelle autostrade e nelle strade statali, per autoveicoli, autobus e camion, differenziato in relazione alle emissioni specifiche di CO2/km (EUROVIGNETTE).
La misura, già applicata in altri paesi europei, ha il duplice effetto di usare la leva del prezzo per modificare le modalità di trasporto, e fare cassa a favore di programmi per la mobilità sostenibile. I proventi saranno destinati ad un Fondo Nazionale per la mobilità sostenibile.

1.10. Promozione dell’esportazione di tecnologie “verdi”

I programmi di cooperazione ambientale internazionale nell’ambito delle Convenzione sui Cambiamenti Climatici costituiscono un volano per la promozione e la disseminazione di tecnologie “verdi”. In questo contesto l’esperienza del Ministero dell’Ambiente dimostra i vantaggi per le imprese italiane che partecipano ai programmi di cooperazione ambientale.
Sono individuate tre linee di azione
a) confermare ed estendere i programmi esistenti di cooperazione ambientale internazionale nelle economie emergenti, con priorità per la promozione di progetti fondati sulle tecnologie e i sistemi individuati dalla lista di cui al punto 1.3;
b) rafforzare la capacità di SACE e SIMEST di supporto alle imprese italiane che esportano tecnologie, sistemi e prodotti della lista;
c) applicare alle imprese che esportano le tecnologie e i sistemi della lista, o stabiliscono joint ventures per produrre le stesse tecnologie, i benefici previsti dal Fondo Rotativo del Protocollo di Kyoto.

2. LA SICUREZZA DEL TERRITORIO

Obiettivi

➢ Prevenzione dei rischi, sulla base di mappe aggiornate della vulnerabilità;
➢ Revisione degli usi del territorio in relazione alle mappe di vulnerabilità.

Misure

Approvazione del Piano Nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la manutenzione e la sicurezza del territorio entro dicembre 2012.
Il Piano sarà predisposto secondo il format della Commissione Europea.
Il Piano dovrà definire gli obiettivi e le competenze per la manutenzione, la sicurezza e la revisione degli usi del territorio.
Il piano dovrà prevedere
a) l’aggiornamento e la revisione delle norme urbanistiche in materia di usi del territorio, con il divieto di procedure di condono edilizio;
b) l’obbligo per gli Enti pubblici e per i privati della manutenzione dei boschi e dei corsi d’acqua;
c) la concessione in uso a imprese cooperative di giovani di terreni abbandonati, situati nelle zone vulnerabili al rischio idrogeologico o al rischio di incendio, per la loro valorizzazione e manutenzione;
d) l’istituzione di un fondo rotativo, istituito presso la Cassa Depositi e Prestiti, finalizzato al credito a basso tasso di interesse alle imprese ed ai soggetti privati per la realizzazione di progetti che concorrono alla attuazione del Piano, alimentato con il prelievo dello 0,5% dell’accisa applicata ai carburanti

3. RECUPERO E VALORIZZAZIONE DELLE AREE INDUSTRIALI DISMESSE IN ZONE URBANE, SOGGETTE A BONIFICA.

Obiettivi

➢ Recuperare aree strategiche per lo sviluppo urbano bloccate da anni dalle procedure di bonifica dei siti contaminati e dai contenziosi.
➢ Revisione dei parametri da considerare per la messa in sicurezza, l’ analisi di rischio e la bonifica, sulla base degli indici e delle procedure adottate dagli altri Stati Membri con problematiche analoghe ( Gran Bretagna, Germania, Belgio,Olanda);

Misure

3.1. Semplificazione delle procedure in materia di bonifica dei siti inquinati in aree urbane.
La misura prevede l’estensione progressiva a tutti i Siti di Interesse Nazionale (SIN) della procedura adottata con l’Accordo di Programma per Porto Marghera, al fine di concludere Conferenze di Servizi aperte da almeno dieci anni, ed avviare le operazioni di messa in sicurezza e/o bonifica, anche ai sensi delle norme di semplificazione inserite nel decreto legge “Sviluppo”

3.2. Applicazione della direttiva europea sul danno ambientale, con l’obiettivo di promuovere gli investimenti delle imprese nel risanamento e ridurre le transazioni economiche con il Ministero a casi particolari e marginali

3.3. Applicazione di un credito di imposta per le imprese che investono nelle reindustrializzazione di aree ubicate nei SIN con l’impiego di tecnologie “verdi” incluse nella lista di cui al punto 1.6.


4. GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI .

Obiettivi

➢ Promozione della raccolta differenziata, fino al recupero di almeno il 70% di materia entro il 2016.
➢ Valorizzazione energetica della frazione residua dei rifiuti non riciclati, attraverso l’impiego prioritario come co-combustibile nella produzione di energia e nelle produzioni industriali.

Misure

4.1 Adozione entro dicembre 2012 del piano nazionale per il recupero dei rifiuti
Il piano dovrà indicare gli obiettivi da raggiungere, le procedure per la definizione delle tariffe, nonché le sanzioni a carico delle amministrazioni locali inadempienti.

4.2. Semplificazione delle procedure per l’autorizzazione degli impianti per la valorizzazione energetica della frazione residua dei rifiuti non riciclati.

5. GESTIONE INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE

Obiettivi

➢ Riduzione dei consumi di acqua;
➢ Bilanciamento tra i diversi usi ( industria, energia, agricoltura,alimentazione umana);
➢ Collettamento e depurazione delle acque reflue;
➢ Riuso delle acque depurate negli usi agricoli e industriali.

Misure

Adozione entro dicembre 2012 del Piano Nazionale per la Gestione Integrata delle Risorse Idriche in Italia, con l’indicazione delle misure per il raggiungimento degli obiettivi, e la definizione degli indicatori necessari per l’applicazione delle tariffe agli usi delle acque, anche ai fini della piena applicazione del DPCM adottato ai sensi della legge 214/2011.

23 agosto 2012


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