Consiglio dei Ministri : via 64 provincie su 107
20 luglio 2012 , Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 10.00 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti.
Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Antonio Catricalà.
Il Consiglio ha definito i criteri per il riordino delle province – dimensione territoriale e popolazione residente – previsti dal decreto sulla spending review (cfr. comunicato stampa del 5 luglio “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica”). In base ai criteri approvati, i nuovi enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati.
Nei prossimi giorni il Governo trasmetterà la deliberazione al Consiglio delle autonomie locali (CAL), istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali (in mancanza, la deliberazione verrà trasmessa all’organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali). La proposta finale sarà trasmessa da CAL e Regioni interessate al governo, il quale provvederà all’effettiva riduzione delle province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura.
Le nuove province eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità (le altre competenze finora esercitate dalle Province vengono invece devolute ai Comuni, come stabilito dal decreto “Salva Italia”). La soppressione delle province che corrispondono alle Città metropolitane – 10 in tutto, tra cui Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze – avverrà contestualmente alla creazione di queste (entro il 1° gennaio 2014).
Piemonte – Il taglio dovrebbe esserci su Vercelli, Asti, Biella, Verbano-Cusio, Novara mentre si salvano Torino, Cuneo, Alessandria.
Lombardia – rientrano nei criteri solo Milano, Brescia, Bergamo e Pavia e non quelle di Lecco, Lodi, Como, Monza Brianza, Mantova, Cremona, Sondrio e Varese.
Veneto – Saltano Rovigo, Belluno, Padova e Treviso, mentre resterebbero Venezia, Verona e Vicenza.
Friuli Venezia Giulia – Non verrebbero toccatte Trieste e Udine, mentre fuori Pordenone e Gorizia.
Liguria – Savona e Imperia sarebbero destinate all’accorpamento, a differenza delle province di Genova e La Spezia.
Emilia Romagna – Le Province di Bologna, Parma, Modena e Ferrara rientrerebbero nei parametri stabiliti dall’esecutivo, mentre la scure della spending review dovrebbe abbattersi su quelle di Reggio Emilia, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Piacenza.
Toscana – Si salverebbe solo Firenze
Lazio – Destinate a scomparire le province di Latina, Rieti e Viterbo; accorpamento Roma e Frosinone.
Abruzzo – Via Pescara e Teramo, si salvano L’Aquila e Chieti.
Umbria – Addio alla provincia di Terni, resterebbe solo Perugia.
Marche – accorpamento per Ascoli Piceno, Macerata e Fermo, rimarrebbero solo Ancona e Pesaro Urbino.
Campania – resterebbero Napoli, Salerno, Caserta e Avellino tranne Benevento.
Basilicata – Si salverebbe la provincia di Potenza, ma non Matera.
Molise – dovrebbe scomparire Isernia, ma non Campobasso.
Puglia – Bari, Foggia e Lecce superano i criteri, ma forse no per Taranto, Brindisi, Barletta-Andria.
Calabria – Verso ’accorpamento le province di Crotone e Vibo Valentia, mentre si dovrebbero salvare quelle di Cosenza, Reggio Calabria eCatanzaro.
Sicilia – Resterebbero in vita quelle di Palermo, Agrigento, Catania e Messina, mentre sarebbero destinate a sparire quelle di Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa, Trapani.
Sardegna – Cagliari dovrebbe essere l’unica ‘sopravvissuta’