“Guida all’applicazione del regime di “new waste” per i RAEE professionali”.
22 marzo 2012 – “La Direttiva europea sui RAEE è tra le legislazioni di maggior impatto sulle imprese del settore elettrotecnico ed elettronico – spiega Maria Antonietta Portaluri, Direttore Generale di Confindustria ANIE – sia in termini economici sia gestionali. ANIE rappresenta i principali attori in materia di gestione dei RAEE, i quali forniscono un contributo sostanziale all’implementazione nel nostro Paese del sistema di gestione dei rifiuti, che a dispetto delle problematiche legislative e operative ha raggiunto nel 2010 l’obiettivo di raccolta dei 4kg/abitante/anno. L’industria Elettronica ed Elettrotecnica, rappresentata da ANIE – prosegue M.A. Portaluri – è tra i settori da sempre più attenti alla normativa ambientale, vista non già come un vincolo, ma come una reale opportunità di crescita futura”.
“Con questa Guida – conclude Portaluri – si ribadisce di fatto come l’accettazione propositiva delle leggi rientri nell’ampio perimetro della responsabilità sociale che tutte le moderne imprese sono chiamate a sviluppare. L’adempimento delle normative ambientali rappresenta la modalità attraverso la quale le imprese rispondono alla parte di responsabilità sociale loro assegnata dalle istituzioni nei confronti degli interessi dell’intera società civile””.
La guida, intende essere uno strumento di orientamento per tutti i produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche professionali , per reperire informazioni ed avere una esatta interpretazione delle normative vigenti per gestire il fine vita di apparecchiature elettriche ed elettroniche ; è stata pubblicata da Confindustria ANIE , con la collaborazione della Camera di Commercio di Milano e di UnionCamere, considerato il quadro regolatorio incompleto, attuativo in Italia della Direttiva Comunitaria del 2002 riguardante i Rifiuti elettrotecnici ed elettronici, e del suo recepimento con D.Lgs 151/2005.
La guida esamina, inoltre, gli aspetti legislativi e quelli relativi al recepimento della Direttiva, fornendo una dettagliata analisi sull’avvio del regime “new waste” dei RAEE e sugli aspetti relativi alle garanzie finanziarie ed alle sanzioni. Nella parte finale della guida sono trattate invece tutte le indicazioni sull’applicazione degli aspetti fiscali ed amministrativi.
Le criticità della situazione di fatto vigente dal 2011 riguardano soprattutto i produttori di RAEE professionali, che necessitano di indicazioni chiare per assolvere gli obblighi normativi, mentre per i RAEE domestici l’attuale formulazione del decreto 151 è già sufficiente per consentire ai produttori l’adempimento dei relativi obblighi.
Dal gennaio 2011 è stato introdotto il sistema di “responsabilità individuale” per i RAEE nuovi, noto anche come regime di “new-waste”. Ad oggi però non è possibile implementare tale regime poiché mancano alcuni strumenti attuativi del D.Lgs 151/2005 – ovvero il decreto tariffe e il decreto garanzie – fondamentali per rendere effettivo ed operativo il sistema.
In particolare, si rende necessario adottare uno standard europeo di identificazione del produttore di un’apparecchiatura elettrica ed elettronica nel momento in cui questa giunge a fine vita, e l’introduzione di un meccanismo di finanziamento dei RAEE nuovi, i cui oneri spettano ai produttori a fronte di garanzie per ciascuna RAEE immessa sul mercato, secondo modalità da definire con un apposito Decreto Ministeriale ad oggi non ancora emanato. La paradossale situazione fa sì che ad oggi i produttori siano sanzionabili dalla medesima legge che sono impossibilitati a rispettare.
L’altra criticità da chiarire riguarda l’adozione di un decreto tariffe, sollecitato dagli stessi produttori, che permetterebbe di rendere operativo il Comitato di Vigilanza e Controllo, che ad oggi non dispone delle necessarie risorse per attivare un meccanismo di ispezioni e controlli che risulti premiante per i soggetti rispettosi della legge e penalizzante per quanti operano al di fuori del sistema. L’introduzione del mancante decreto non comporterebbe oneri per lo Stato, in quanto questi verrebbero assorbiti dai produttori, i quali, vista l’importanza dei controlli, sono disponibili a sopportarne i costi.