www.ilmeteo.it
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Home | Redazione | Progetto | Editoriale | Report | Agenda | Annunci
 My city 

Smart Cities : Sindaci di Comuni italiani e  aziende di ICT si confrontano  per costruire città intelligenti e migliorare la qualità della vita urbana

 il convegno di apertura di SmartCity,  organizzato nell’ambito di Smau 2011 (a Fieramilanocity )dal titolo “SMART CITIES nel contesto italiano: le novità e riferimenti normativi europei e italiani, le fonti di finanziamento, le potenzialità di partnership pubblico/private” è stato l’occasione per i Sindaci di alcuni Comuni italiani di portare alla ribalta la propria esperienza in tema di città intelligenti e, per le aziende fornitrici di ICT, di illustrare le tecnologie, le soluzioni e le applicazioni a disposizione.

 

  “Aver azzardato una sfida così grande per un Sindaco del Sud può sembrare una velleità. Non nascondo che sono partito con un certo scetticismo e che l’incontro di oggi mi è servito proprio a verificare di persona la bontà del progetto e dei suoi protagonisti – ha commentato Michele Emiliano, Sindaco di Bari –

 Nella nostra città sono tante le iniziative che abbiamo messo in atto, tra cui il Primo Piano Strategico dell’area metropolitana, l’avvio della Pianificazione Strategica e il Documento preliminare del Piano Urbanistico generale, con occhi sempre attenti alla sostenibilità ambientale e di bilancio. La città si sta adeguando a tutta una serie di

novità e abbiamo già raggiunto risultati importanti, sia con l’utilizzo della tecnologia che con il semplice buon senso”.

“Al progetto Smart City o si aderisce strategicamente o si tratta poco più di un adeguamento a esigenze necessarie che però non ci permettono di fareil salto di qualità – ha commentato Marta Vincenzi, Sindaco di GenovaLa nostra esperienza ci ha portati a sentire la necessità di un cambiamento radicale verso una ‘Smart City’, a partire dal nuovo Piano Urbanistico e dal Piano Strategico. Se la nostra città desidera avere un futuro deve necessariamente risolvere le conflittualità e stringere una partnership con il suo grande porto. Una città che ha bisogno di collegarsi con un territorio più vasto non può essere risolta con una megalopoli ma con l’intensificazione dei rapporti e della rete infrastrutturale. Dal punto di vista demografico, infine,la popolazione più vecchia, radicata da tanti anni, mostra un potenziale inespresso che non è stato valorizzato dalle scelte compiute in passato e che andrebbe invece integrato in quelle future”.

Anche Flavio Zanonato, Sindaco di Padova, ha quindi presentato numeri e attività relativi alla sua città “Tra i punti fondamentali del nostro programma abbiamo la creazione di lavoro qualificato per le generazioni future – ha dichiarato – La città deve diventare attraente anche per soggetti che vogliano aprire e ampliare le proprie attività da noi. Per questo motivo ci siamo attivati per migliorare la viabilità e il sistemab dei trasporti pubblici, cercando di realizzare investimenti sia come protagonisti che in partnership con centri ricerca, ospedali e centri congressi. Abbiamo cablato la città prima con il progetto Socrate e poi con la banda larga e quindi combattuto gli effetti dell’inquinamento aumentando il numero dei parchi, i mezzi di trasporto ecologici e con l’introduzione dei pannelli solari. Tutto questo tuttavia sarà difficile da realizzare se le risorse destinate agli investimenti saranno bloccate dal patto di stabilità”.

 Agli interventi dei sindaci ha quindi fatto seguito quello delle aziende ICT  particolarmente impegnate in progetti di città intelligenti e sostenibili.

 
Nicola Ciniero, Presidente e Amministratore Delegato di IBM Italia, ha subito risposto alla domanda emersa durante il dibattito sulle modalità possibili per garantire che l’entusiasmo verso l’ICT non rappresenti una possibile “trappola” per le amministrazioni locali “Noi di IBM non siamo dei fornitori ma degli abilita tori di tecnologie eterogenee, anche non nostre, per risolvere problematiche di varia natura che coinvolgono le città. Anche solo mettendo in rete le tecnologie presenti e aggiungendo la connettività si riescono a ottenere soluzioni che rendono la città in un certo senso più ‘intelligente’. Questo è possibile avendo una visione non monolitica ma sistemica sulla città che veda il cittadino sempre al centro. Ad ogni modo, nel nostro peregrinare per l’Italia abbiamo riscontrato una situazione migliore di quella che la stampa ci offre. IBM offre anche soluzioni con ritorni sugli investimenti possibili entro un anno solare ma i problemi che restano sono piuttosto legati a chi gestisce l’Agenda Digitale e alla durata dei progetti che devono avere una visione sistemica a 3-5 anni. Perciò, a fronte di un progetto autosostenibile, come viene affrontato dalla la pubblica amministrazione?”.

 

Posizione assunta anche da David Bevilacqua, Amministratore Delegato di Cisco, il quale ha ricordato la necessità di assumere un approccio sistemico e di larga scala per evitare che questo tipo di programmi restino soltanto progetti-pilota “In Italia abbiamo tante piccole eccellenze che però non si mettono mai a sistema. Grandi investimenti magari sono impossibili ma progetti con rapidi ritorni sugli investimenti no, soprattutto quando entrano in gioco le partnership tra pubblico e privato. E poi ci sono i fondi europei. Il primo timore espresso da parte del Sindaco di Bari per una possibile trappola da parte delle grandi società ICT è comprensibile ed è per questo motivo che noi player dobbiamo uscire dalle logiche del ‘dopodomani’ e iniziare a cambiare mentalità. Anche per riuscire ad allargare il mercato anziché entrare in competizione. Per quanto riguarda infine il concetto espresso sull’urbanesimo occorre secondo me aggiungere un nuovo ‘umanesimo’ che rimetta l’uomo al centro per migliorare i servizi”.

“È giusto offrire sempre una prospettiva di bicchiere mezzo pieno perché l’entusiasmo possa convergere e maturare. È infatti proprio dal territorio che si acquisisce lo stimolo a portare l’ICT alle pubbliche amministrazioni per cambiare in positivo la qualità della vita delle persone – ha aggiunto Pietro Scott  Jovane, Amministratore Delegato di Microsoft Italia – Il tema Smart City deve essere inquadrato in un sistema di priorità che porti a comprendere come la città vuole diventare fra 10-15anni. Una ‘Smart City’ dovrebbe interrogarsi quando prende decisioni su alcuni dei temi più importanti, come l’istruzione, la multiculturalità,l’inquinamento, il benessere. E la tecnologia, in quanto abilitatore, può essere di aiuto in questo senso, grazie anche al cloud che permette di portare tecnologia facilmente e in tempi rapidi, che si usa e si paga solo in base all’effettivo consumo. Il Cloud si presta all’interoperabilità e può essere utile a gestire tutta una mole di dati posseduti con plus valenza inespressa.Per far questo occorre tuttavia che le amministrazioni capiscano l’importanza di avere una quota sempre maggiore di cittadini che sanno adoperare queste tecnologie che possono fungere da collante in società sempre più multiculturali”.

I Sindaci sono infine stati chiamati a rispondere sulle possibili soluzioni riguardanti l’adozione nelle pubbliche amministrazioni delle proposte tecnologiche offerte degli operatori ICT, ovvero su come sia possibile risolvere la disparità presente tra una visione illuminata del futuro delle Smart City e i finanziamenti realmente disponibili.

“Dipenderà dalla capacità di andare oltre una visione burocratica e di attivare finanziamenti nonostante i vincoli imposti anche dalla manovra finanziaria” – ha commentato Vincenzie in conformità comunque con la normativa europea. Un sostegno forte in tutto questo complicato processo potrebbe sicuramente arrivare dal Sistema Paese”. “È chiaro che gran parte dei problemi è creata da noi stessi con la nostraincertezze – ha aggiunto Emilianoma la responsabilità dei ritardi va anche ascritta ai concorrenti che restano esclusi dai bandi e che opponendo il ricorso fanno rallentare i processi. Occorrerebbe poter contare su regole che consentano ai vincitori di poter procedere all’esecuzione dei progetti nonostante i ricorsi”. “Non tutte le proposte funzionano – ha concluso Zanonatoperché è difficile ad esempio farsi dare un importo di 300 mila euro perl’installazione di telecamere nelle strade, considerato che questa tecnologianon permette di risolvere situazioni di rischio ma solo di monitorarle”.


N.B. Tutte le informazioni ed i contenuti (testi, grafica ed immagini) riportate sono, al meglio della nostra conoscenza, di pubblico dominio; se, involontariamente, è stato pubblicato materiale soggetto a copyright o in violazione alla legge si prega di comunicarcelo e provvederemo immediatamente a rimuoverlo.